Preludio alla Noosfera - Un rapporto e una Visione di Valum Votan  
  Scritto da antonio  
  Inserito il 22-07-2010  
 

PRELUDIO ALLA NOOSFERA

Una visione e un rapporto

 

Parte 1. Uno sguardo al mondo negli ultimi giorni

 

Com’è che tutto ciò che vedo

È il figlio di Dio in miseria?

(Dal testo di un canzone ascoltata

 in un ristorante di Madras, India)

 

Recentemente sono stato in viaggio in Kenya e in India, per toccare con mano due aspetti del mondo che di norma la maggioranza degli “occidentali” non sperimenta. Non si è trattato di una vacanza, né di un’escursione turistica, bensì è stato parte di una missione.  Mentre eravamo in viaggio (la mia compagna ed io), l’Europa stava risentendo delle conseguenze dell’eruzione del vulcano islandese, mentre i disordini seguiti alle misure di austerità varate in Grecia del governo e la “battaglia di Bangkok” mandavano il loro messaggio di anarchia in mezzo mondo; intanto la fiducia nell’Euro è crollata, trascinando con sé la borsa mondiale, e il petrolio continua a fuoriuscire dalla piattaforma Deepwater Horizon di fronte alla costa della Louisiana, disperdendo la sua mortale, oleosa superficie. Prima di lasciare l’India i Maoisti, ora attivi in 20 dei 29 stati indiani, hanno fatto esplodere un autobus e, in seguito, hanno provocato il deragliamento di un treno che ha causato molte vittime. 

Atterrando a Bombay ci si rende conto di trovarsi in un campo militarizzato. Non si può entrare in un hotel o centro commerciale senza prima sottoporsi ai controlli di sicurezza come quelli di un aeroporto. Le strade, intasate di taxi, autobus e qualche BMW, sono piene di mendicanti e spazzatura. Nonostante il tanto decantato boom economico indù, la disuguaglianza tra ricchi e poveri non potrebbe essere maggiore. Non c’è da meravigliarsi che i maoisti siano così attivi. Il lusso discreto dell’aria condizionata nella hall di un hotel a cinque stelle è protetto da guardie di sicurezza e porte sbarrate. Dall’altra parte della strada, è il caos: povertà e malattie, madri coi loro bebè in braccio, e portatori di handicap che si trascinano su marciapiedi sudici.

In Kenya si parla molto della nuova costituzione. Quella vecchia non fu creata dai kenioti, ma da un comitato internazionale ad Oxford, in Inghilterra, nel 1963. Farà differenza? Difficile dirlo. Il governo è corrotto, e i sobborghi di Nairobi sono tra i più miserabili del pianeta – insieme a quelli di Bombay. Ma mentre i nuovi grattacieli modificano l’orizzonte di Nairobi, la ricchezza continua ad essere controllata in maggioranza da interessi stranieri, specie da parte di India e Gran Bretagna, e la Cina sta entrando in scena molto velocemente. Ci sono una quantità di nuovi centri commerciali, che indicano come la globalizzazione stia lasciando il segno. Ma non c’è sicurezza: quando abbiamo chiesto come arrivare ad un particolare negozio, una donna musulmana ci ha detto di fare molta attenzione, e ci ha gentilmente accompagnato fin lì.

L’unico modo per arrivare a un albergo alle falde del Monte Kenya è con un safari. Se non fate parte di un safari turistico, preparatevi a pagare un prezzo esorbitante. Nell’albergo c’è un abbeveratoio che permette a tutti di osservare gli animali, ma siccome è stagione delle pioggie la gran parte degli animali resta in isolamento. Solo le scimmie sono letteralmente al loro apogeo. Però c’è una cosa strana: molte di loro sono prive di una o entrambe le zampe anteriori, ad alcune manca un braccio, altre sono senza coda. Abbiamo chiesto lumi al responsabile degli animali, l’unico in grado di parlare di loro ai turisti sensatamente, e il suo viso s’è improvvisamente intristito; ci ha spiegato che l’hotel riceve la corrente elettrica grazie ad un trasformatore che si trova al confine della proprietà, non protetto né coperto, e così le scimmie spesso rimangono elettrificate e amputate toccando i cavi elettrici scoperti. Fino ad ora non è riuscito a convincere la società indù che amministra l’albergo ad adottare misure minime di prevenzione, coprendo o almeno chiudendo il vano del trasformatore in modo che le scimmie non possano più entrarci.

Il Monte Kenya è unico: alto più di 5.000 metri, è la montagna più importante vicina all’equatore. Per la prima volta da anni c’è di nuovo della neve sulla sua cima. Tradizionalmente, si narra che fu qui che il supremo creatore, il Dio Ngai, venne sulla Terra per esaminare le vaste distese dell’Africa orientale. Oggi è circondato da un Parco Nazionale, in cui si è stabilita una piccola catena di alberghi. Poiché la sua cima si trova praticamente sull’equatore, ha un potere geomagnetico che di per se stesso giustifica il suo “status sacro”. La strada che conduce alla montagna è piena di piccoli villaggi rurali, con grandi mercati affollati, ad un passo dalle loro favelas. Si direbbe che tutti, in Kenya, abbiano un telefono cellulare. Nelle campagne vi sono terre agricole di grande ricchezza, piantagioni e fattorie. Ma come è possibile che, con tante risorse e tanta apparente abbondanza, vi sia una povertà estrema?

A Nairobi e in tutto il Kenya centro-occidentale predomina il Cristianesimo – un Cristianesimo fondamentalista che sostituisce un complesso di superstizioni con un altro: “Se mediti, permetterai al diavolo di entrare nella tua mente”. Una serie di canali televisivi trasmettono propaganda cristiana fondamentalista. I musulmani sono in maggioranza nel Kenya orientale e nella seconda città più importante del Paese, Mombasa. Ci sono ragazze musulmane dappertutto, che camminano tra i campi con i loro jibab. Gli uomini sono sempre presenti, con i loro copricapi bianchi, in tunica e pantaloni. In alcune comunità, sono i musulmani che fanno rispettare la legge e si liberano dei trafficanti di droga. Sia Mombasa che Nairobi hanno anche una serie di templi induisti, oltre ad un notevole tempio jainista – che stanno a testimoniare la forte presenza dell’India e dei suoi interessi commerciali.

Le prossime elezioni in Kenya saranno il 12 Dicembre 2012, appena nove giorni prima della fine del Ciclo. Dopo le ultime elezioni, nel 2007, ci sono stati scontri brutali e il Paese ha attraversato una fase di instabilità; c’è chi teme che questo possa succedere di nuovo. Appena fuori Nairobi c’è il sobborgo di Karen, dove Karen Blixen visse e scrisse il suo libro “La mia Africa”. Oggi è un’enclave verde in cui vivono molti “keniani” bianchi. È una combinazione vibrante e interessante, che ha generato progetti di lotta alla povertà nei sobborghi più svantaggiati – con yoga, giardini e orti – o di lotta all’HIV (l’aspettativa di vita media è oggi di 52 anni) o di apportare migliorie al Museo Nazionale; tutti volti a sostenere l’infrastruttura socio-culturale e ad elevare la stabilità e l’immagine del Paese.

Forse la cittadina keniota più famosa è la vincitrice del premio Nobel Wangari Maathai, il cui progetto Cintura Verde ha visto la partecipazione di donne a livello comunitario per piantare alberi – più di 20 milioni. Recentemente è stato pubblicato un suo libro, La sfida dell’Africa, in cui tra l’altro offre una breve visione storica di come l’Africa è diventata ciò che è oggi. Una lettura rivelatrice, in cui l’autrice esprime la sua ferma convinzione che l’azione comunitaria su larga scala possa potenziare l’individuo. Ciononostante, lasciando il Kenya ci si chiede: cosa si può fare nell’immediato per combattere la povertà e migliorare la salute, in queste grandi estensioni di ghetti in cui non esiste un sistema sanitario, né acqua veramente potabile, e vi è scarsa disponibilità di cibo buono e nutriente?  

Come possiamo vivere in questo mondo con i suoi miliardari, narcotrafficanti, HIV e degrado ambientale, cultura della globalizzazione, guerra, terrorismo, bombe e armi – e non avere la forza di volontà di fare qualcosa per eliminare l’evidente disuguaglianza ed ingiustizia che pervade il mondo? Mentre eravamo in Kenya, l’Unione Europea ha approvato un provvedimento di sostegno all’Euro e di stabilizzazione dell’economia con uno stanziamento di tre miliardi di dollari. Abbiamo letto anche che solo l’anno scorso gli USA hanno speso un miliardo di dollari in armamenti. Dove sono i miliardi di dollari necessari per implementare un servizio sanitario nei ghetti di Nairobi, Bombay, o di qualunque altro sobborgo del pianeta? Nel suo libro Il banchiere dei poveri, Muhammad Yunus afferma che i pre-requisiti fondamentali affinché un essere umano possa vivere sul pianeta sono: 1) un’abitazione protetta dalla pioggia; 2) un servizio igienico; 3) acqua fresca potabile; 4) tre pasti al giorno. Non essendo in grado di assicurare questo, noi come specie abbiamo fallito. A tutto questo preferiamo le armi e il denaro.

La gente che vive nei Paesi ricchi si mette in fila a centinaia per accaparrarsi un iPad. Intanto, ci giunge notizia dell’undicesimo suicidio in pochi mesi nello stabilimento cinese in cui si assemblano gli iPad. Nei Paesi occidentali, molti fanno una telefonata per risolvere i loro problemi col computer, e finiscono col parlare con qualcuno che sta in India; ma costoro hanno mai visto dove vivono gli Indiani, e qual è il loro ambiente di vita quotidiana? L’India è, stando alle cifre, altrettano miserabile dell’Africa. Bombay è l’occhio del ciclone della disuguaglianza di ricchezza e giustizia, mentre al contrario Madras – a sud, quarta città indiana – ha aree residenziali migliori, e ghetti meno evidenti; e tuttavia, per strada è lo stesso caos di povertà e traffico infernale. Negli hotel la televisione offre una quantità di canali che a quanto pare trasmettono solo film di Bollywood, ameno spettacolo di divertenti sciarade danzate sui clichés culturali indiani, che ha creato la propria sottocultura di modelli, idoli e musicisti.

Pondicherry è a due o tre ore di guida a sud di Madras – dipende dall’irresponsabilità o incoscienza dell’autista. Il traffico non ha regole, o comunque nessuno le rispetta sulle autostrade rurali. L’unica regola sembra essere suonare il clackson quando si passa, e così è una continua cacofonia di clackson di auto, bus, e camion, mentre i pedoni affrontano rischi da far rizzare i capelli e una parata di taxi, risciò, camion e furgoncini stracarichi giocano alla roulette russa su strade a due corsie, più spesso che non a tre o quattro corsie – autentici incubi ad occhi aperti di veicoli che vanno e vengono, cercando di arrivare a destinazione sani e salvi.

È a Pondicherry che Sri Aurobindo, il grande poeta e attivista politico, passò gran parte della sua vita (dal 1910 al 1950), divenne yogi e si trasformò in un profondo pensatore evolutivo. Con la sua compagna, Madre, stabilì qui il suo ashram e, nel 1926, si impegnò nella discesa sovramentale della coscienza del futuro. Dopo il suo samadhi, il 9 Dicembre 1950, quando la sua coscienza lasciò il suo corpo per pervadere la coscienza del pianeta, Madre sognò l’idea di Auroville come città universale, in cui chiunque potesse essere libero di cercare la verità spirituale insegnata da Aurobindo e Madre. Oggi Auroville è una fiorente comunità alle porte di Pondicherry, in cui vivono 2.000 persone. È autosuffuciente, un modello della società futura tra i migliori esistenti, isolata dal caos di Pondicherry grazie ad una cintura verde di alberi piantati dagli aurovilliani nel corso degli anni. Al centro c’è il Matrimandir, una brillante struttura a cupola geodesica nel bel mezzo di una grande area verde, che al resto del mondo sembra un UFO appena atterrato. Nel contesto dell’India odierna, Auroville è un autentico miracolo.

L’ashram di Sri Aurobindo è nel tranquillo quartiere francese di Pondicherry, vi regna una grande serenità. Devoti di ogni specie vanno e vengono dall’ashram, per toccare o poggiare la testa sul sarcofago in cui il corpo di Sri Aurobindo giace nel suo stadio finale di samadhi. Tutto è immerso in una grande quiete. Il samadhi è molto efficace. Entra nel corpo e nella mente.

Fuori dall’ashram c’è il Tempio dell’Elefante, uno sgargiante santuario induista con stravaganti statue del pantheon induista. Qui l’atmosfera è completamente diversa da quella dell’ashram. C’è un elefante vivo che sta lì in piedi, pazientemente, con un simbolo bianco dipinto sul suo terzo occhio. Più oltre c’è Pondicherry vera e propria, un villaggio cresciuto a dismisura fino a contare 700.000 abitanti, dove tutto è lasciato all’aperto: l’immondizia, le mucche che camminano tra la folla, i mendicanti, sporcizia ad ogni angolo. I residenti hanno deciso di non mettere contenitori dei rifiuti nelle strade perché sono sicuri che essi attirerebbero zanzare e altri mendicanti. Così, ognuno accumula rifiuti dove può.

Salendo sull’aereo per Singapore, la mente pullula di immagini e di domande. Mancano circa due anni e mezzo al 21 Dicembre 2012. Nel contemplare questa micro-fetta del nostro mondo con il suo insostenibile carico di caos e miseria, una cosa è certa: non c’è conferenza o seminario, religione, corporazione, organizzazione governativa o ONG in grado di fare qualcosa per risolvere il problema fondamentale della povertà e dell’ingiustizia umana, né tantomeno quello del degrado ambientale che caratterizza il mondo odierno. 

L’ingiustizia della povertà e l’inutilità di spendere altro denaro in armamenti dovrebbero essere, insieme a misure di ampia portata per combattere il degrado ambientale, le priorità assolute della razza umana, se essa fosse un organismo planetario razionale e coerente – cosa che, in questo punto del tempo, non è. Se affrontassimo realmente questi problemi e ogni governo li considerasse priorità assolute, allora vedremmo scomparire il terrorismo. Perché alle radici del terrorismo ci sono l’ingiustizia, lo squilibrio di potere, il materialismo aggressivo e gli interessi egoistici, che continuano a perpetuare i problemi senza realmente proporsi di fare alcunché per risolverli. Purtroppo però il problema – la crisi – è endemico dell’intero sistema. In realtà tutto questo può cambiare solo con lo smantellamento dell’attuale sistema in accordo con i princìpi del comportamento umano e dell’azione responsabile nei confronti dell’ambiente – ma questo non avverrà in maniera sufficientemente rapida. Il fatto è che il tempo a nostra disposizione è finito, e la situazione è fuori controllo.

Qual è la nostra responsabilità di fronte ad un tale, tragico fallimento della specie umana? Non ha senso riunirsi con altre persone se non diciamo “ecco, questo è ciò che faremo quando questa conferenza sarà terminata”. Questo è ciò che faremo: una casa con un tetto a prova di pioggia, un bagno, ecc. Ci sono persone di buona volontà, che stanno già facendo alcune di queste cose, ed essi meritano di ricevere da parte nostra tutto il sostegno possibile – è la loro pratica spirituale; tuttavia il problema nel suo insieme, il problema alla radice rimarrà.

Non importa quanto chiaro e buono sia il significato di queste riunioni, esse non convinceranno la Banca Mondiale, i Rothschild, i Bilderberger, il Fondo Monetario Internazionale, i Bill Gates e i Carlos Slims, l’Unione Europea e i miliardari indiani ad investire immediatamente nell’eliminazione della povertà e nel riequilibrio dell’amministrazione della giustizia. Gli animali tra di loro si trattano molto meglio di come gli umani si trattano l’un l’altro.

Quello che la gente deve capire è che il 21/12/2012 è la fatidica per l’umanità – che oggi sembra più propensa a mandare un uomo su Marte che ad affrontare di petto ciò che essa stessa ha creato sul pianeta che abita. Se il ciclo termina davvero il 21 Dicembre 2012, e qualcosa succederà, allora l’unica cosa che ci resta da fare – che non abbiamo ancora fatto – è cambiare la nostra coscienza.

 

  

Parte II

 

Diventare il cambiamento che vogliamo vedere

BENVENUTI NELLA NOOSFERA

 

Il cervello umano possiede la chiave per il futuro. Dobbiamo ricordare ora l’immagine del pianeta visto dallo spazio esterno: un’unica entità in cui sono interconnessi aria, acqua e continenti. Questa è la nostra casa.

David Suzuki

Una mente di luce sostituirà l’attuale confusione e i problemi di questa ignoranza terrena... È a questa possibilità che dobbiamo guardare: essa significherebbe una nuova umanità elevata nella luce, capace di spiritualizzare l’essere e l’azione, aperta al governo della luce della verità/coscienza, capace a livello mentale, nel suo ordine, addirittura di qualcosa che potrebbe essere chiamato l’inizio della vita divinizzata.

Sri Aurobindo 

Nel prendere in considerazione il cambiamento della nostra coscienza – compresa la sua trasformazione – dobbiamo tener presente che c’è un piano infallibile e ineffabile di tutti questi eventi nel nostro mondo, che sembra essere diventato un campo militarizzato pieno di rifiuti tossici, che sta perdendo rapidamente la propria bio-diversità. Perfino al di qua del velo dell’ignoranza più cupa, che ora prevale, possiamo vedere che c’è ancora un movimento di coscienza che si sforza di tendere sempre verso l’alto – quel luogo in cui vi sono “un nuovo cielo e una nuova Terra”.

È precisamente in questa imminente congiunzione di coscienza cosmica (21/12/2012) che possiamo sperimentare la discesa dalla supermente, la mente di luce. Al di là di essa, potremo ancora avanzare per gradi verso forme sempre più perfezionate e luminose, che irradiano la luce del samadhi di una verità/coscienza universale che tutto pervade, e che diviene ora un carattere irreversibile della mente terrena – tutto questo in accordo con quell’ineffabile piano, “il piano divino”. Allineandoci coscientemente a questo piano, accettando con tutto il cuore e senza riserve questo imperscrutabile disegno della natura – è così che siamo in grado di praticare la “vita divina”.

Per trasformare la nostra coscienza, per approfittare dell’ascesa che continua a realizzarsi perfino nell’ora più buia della crisi planetaria, dobbiamo semplicemente realizzare l’esempio della Terra nel suo insieme, la Terra come la vediamo dallo spazio. Questo è il punto di partenza – non è solo dove siamo, ma chi siamo.

Nella nostra contemplazione dobbiamo assorbire la Terra nei nostri cuori. Dobbiamo esperirla come una simultaneità unificata. È giorno e notte, oceano e terra, aria e mente – tutto in una cosa sola. È, in realtà, un insieme uniforme, ed ogni cosa su di essa e in essa costituisce un’unica totalità, per quanto diversa possa apparire nelle sue molteplici componenti.

La Terra è già in uno stato avanzato di samyak samadhi, giusta concentrazione, meditazione, o samadhi assorbito in se stesso. Si muove nella sua orbita senza deviare, ruotando incessantemente, assicurandosi che tutti gli gli aspetti del suo sferico essere siano esposti in misura uguale alla sorgente illuminante della sua vita e della sua coscienza – il Sole. Tollera qualunque cosa, finanche gli uomini più selvaggi e incontrollabili, guidati dalle fissazioni monomaniache dei loro stessi sistemi di credenze non esaminate, apparentemente incapaci di dimostrare più intelligenza – eppure, perfino quelli li considera figli suoi.

La Terra, nella sua integrità unificata, non cerca vendetta. Tuttavia opera secondo leggi che, se ripetutamente violate, produrranno determinati risultati, che genereranno a loro volta le proprie forme di giustizia. Nella sua simultaneità unificata di insieme vivente in cui santi e peccatori, ipocriti e cercatori del vero respirano tutti la stessa aria e nelle cui vene scorre lo stesso sangue, la Terra sta già vivendo la vita divina – un corpo planetario capace di incessante auto-trasformazione, ripetute resurrezioni e rinascite perfino durante la sua stessa morte. Possiede una mente e una coscienza integre, e ospita tutte le forme viventi e cristalline. Nel corso degli eoni, è lentamente emersa in una condizione dell’essere ancor più cosciente e luminosa. Ora attende il suo prossimo involucro di coscienza, indosserà il mantello dell’auto-riflessione – un mantello arcobaleno dato alla luce dai suoi figli di domani, quelli che si mantengono sintonizzati alla discesa della supermente.

Per la Terra, nella sua simultaneità unificata, è sempre lo stesso momento nel tempo. Il ricco che si gode il suo cocktail alla fine di una giornata in cui ha guadagnato denaro, il povero che si sveglia sul suo materasso per terra dall’altra parte del pianeta – per la Terra sono una cosa sola, due facce dello stesso momento di esperienza. La Terra è in un momento continuo di sincronicità. È bagnata dal raggio del tempo di momenti frattali di risveglio, che discendono da ogni direzione nel suo campo elettromagnetico radiante. Non conosce altro se non perfezione sincronica, poiché è una nave del tempo che si muove impercettibilmente nella sua traiettoria verso la coscienza cosmica pienamente illuminata.

La Terra non vuole uccidere o tradire, è incapace di mentire e non ha bisogno di rubare nulla a nessuno. Tutto ciò di cui ha bisogno per sostenere se stessa, sperimentare, conoscere – lo possiede già dentro di sè. Non ha bisogno di viaggiare su altri pianeti o altri mondi per sapere che cosa non è. Sa che in se stessa, nel nucleo più profondo del suo essere – dove non vi è altro che un silenzio condensato ed incredibilmente luminoso – lei non è ciò che tutti pensano che sia. O meglio, lei è un punto di conoscenza interdimensionale che riceve la sua ispirazione dall’insieme del cosmo così come è giunta a lei, scendendo attraverso i suoi poli in onde plasmiche senza fine – per miliardi di anni.

Lei attende ora il momento che si avvicina, la discesa della supermente, la prossima espansione della sua mente nelle frequenze solari che illuminano il suo spazio di meditazione. Sa che è giunto il momento. I suoi figli irrequieti sono il suo segno. Sa che, pur nella loro confusione, e nel loro creare problemi per se stessi e per lei, il piano universale è sempre all’opera. Ha bisogno soltanto di un manipolo di loro, che la prendano dentro il loro cuore, e simultaneamente pratichino ciò che lei pratica da tempo immemore: il supremo samadhi dell’unificazione sempre esistente. Sa che i disturbi mentali dei suoi piccoli figli presto svaniranno. Gli amici luminosi dell’aldilà sono sempre qui per aiutarla, non appena un numero sufficiente dei suoi figli si risveglierà dal sogno della separazione. Allora sapranno che è la loro mente che li fa grandi, non i loro giocattoli, poiché la loro mente è in realtà la mente della Terra – l’anello cosmico verso poteri insuperabili e verso la simultaneità sempiterna della consapevolezza sincronica.

Lei vi invia un messaggio, un oracolo:

 

Messaggio del Tempo:

 

Lascia che il muro cada nel fango

La civiltà è in rovina

Non usare forza per correggere le cose

Ma persevera in silenzio

La via del male è in ascesa

Ma è senza fondamenta

Dentro di te i segni del domani sono maturi

 

Lei sa che tra loro ci sono coloro che possono udire, i cui cuori battono ancora al ricordo della prima creazione, e che possono essere pronti per la seconda creazione. È giunto il momento che costoro si dedichino veramente al samadhi dell’unificazione con la Terra, e non abbiano altra causa da servire.

Se vi risulta difficile entrare in questo samadhi, allora procuratevi un globo terracqueo e focalizzate su di esso la vostra meditazione; quando lo guardate, stai vedendo come si vede la Terra dallo spazio. Allora potete vedere che si tratta di una singola unità, indivisibile – una totalità unificata. Tutto e tutti sono qui dappertutto allo stesso tempo: notte e giorno, in ogni stagione, al Polo Nord e al Polo Sud – lo stesso istante del tempo cosmico dappertutto, contemporaneamente.

È così quando si ha la prospettiva d’insieme della Terra. La Terra non mostra parzialità, è sincronizzata con l’ordine cosmico della realtà. La sua orbita è la dimostrazione della sua sottomissione alla legge cosmica. Se si ribellasse e deviasse, distruggerebbe completamente tutta la rete di sub-sistemi interdipendenti ed interconnessi. Ribellarsi equivarrebbe a un suicidio. Così lei rimane obbediente alla legge cosmica. Tutt’al più, ogni tanto sperimenta qualche inversione dei poli, o l’impatto di una cometa.

Ma si tratta di trasformazioni necessarie. Lei è stata sottomessa a questa legge per 4 miliardi di anni. Ciò comporta che, nella sua funzione di elettrone planetario orbitante attorno al nucleo atomico del Sole, ha completato l’orbita attorno al centro della galassia 20 volte (il Sole ci mette 200 milioni di anni a completare l’anello). Dunque, quale che sia la trasformazione che avverrà nel 2012, sappiate che la Terra è praparata, e che essa è inevitabile.

Alla luce della grande trasformazione che incombe su di noi, considerate ciò che siete in questo episodio cosmico. Siete fortunati a fare un viaggio gratis attorno al Sole, e un pezzettino del circuito attorno alla galassia. Se ogni tanto c’è uno scossone, può essere perché non abbiamo aderito in quanto specie ai princìpi di giustizia, o non abbiamo dimostrato sufficiente gratitudine a questo prezioso pianeta, che si prende cura di noi. Tutto su questa Terra ci viene donato gratuitamente dalla Terra. Solo gli esseri umani usano la loro intelligenza e il costrutto artificiale del denaro per costringere altri individui della loro stessa specie a pagare per qualcosa che è in realtà un dono della Terra.

Ora la Terra sanguina petrolio, un messaggio sull’insostenibilità dello stile di vita che la specie umana ha costruito per se stessa. Le priorità umane sono completamente squilibrate, alla rovescia. Le menti umane sono immerse in sistemi di regole e regolamenti che hanno ben poco e vedere con la realtà, e di fatto ostruiscono qualsivoglia tentativo di azione efficace e responsabile – specialmente alla luce di una trasformazione simile.

Per questo motivo la maniera supremamente efficace per rimanere in sella durante questo cambiamento è andare all’interno e trasformare la coscienza del pianeta. Centomila esseri umani che meditano in una sequenza di momenti sincronizzati, focalizzati in un unico punto – realizzare la continuità della Terra, una simultaneità istantanea di integrità unificata – sarebbero in grado di influenzare la trasformazione. La coscienza, non la vita e la forma, è il principio evolutivo essenziale del cosmo. Come scrisse il grande pensatore indiano Sri Aurobindo:

In questa visione delle cose l’universo rivelerà se stesso nella sua unità e totalità come manifestazione di un singolo essere, la natura come suo potere di manifestazione, e l’evoluzione come suo processo di graduale manifestazione nella materia.”

“Supermind in evolution”

Il potere della mente ha creato la macchina e il tempo artificiale che governano le nostre vite. Restituito a se stesso, il potere della mente può in definitiva guarire tutto. Il potere della mente umana collettiva sincronizzata come singola coscienza planetaria focalizzata su un unico punto può alterare irrevocabilmente l’evoluzione della nostra mente e del nostro spirito, ed offrirci la conoscenza, l’intuizione e le abilità telepatiche necessarie a trasformare la nostra crisi nella Seconda Creazione.

Un tale evento supermentale della coscienza è possibile per l’anno 2012. Ci sono tempo e gente a sufficienza per realizzarlo. È la soluzione augurata dal messaggio del tempo. Allora sapremo anche che non siamo soli. Scopriremo che la civiltà cosmica dell’intero universo aspettava da tempo che approdassimo a questa soluzione. Sentiremo il loro canto che risuona su tutta la Terra: “benvenuti a casa!”. E sapremo che siamo a casa. Sarà l’alba di un nuovo giorno e di un nuovo tempo.

Sì, Benvenuti nella Noosfera!